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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Seneca: Trattati e Dialogi

La storia attraverso i manifesti: L'età giolittiana

Quando leggiamo direttamente le fonti storiche è un'altra storia. La lettura dei nostri manuali, diciamocelo, tutto fa tranne che stimolare il senso critico degli studenti. Troppo spesso ci troviamo di fronte a una scala di valori che non possiamo elaborare criticamente. Scambiamo verità per opinioni e e assimiliamo nozioni nella loro convenzionale (e in qualche modo ipocrita) superficialità. Fare Storia direttamente sulle fonti non è pratico e non semplice, ma noi siamo più fortunati rispetto ai colleghi anche di solo dieci anni fa. Non abbiamo bisogno di frequentare archivi e biblioteche, perché abbiamo a disposizione strumenti in grado di portare gli archivi in classe: il digitale ci dà formidabili possibilità. In questo caso però è stato fatto qualcosa di più.  Il patrimonio librario della nostra Biblioteca d'Istituto è molto ricco, ma spesso è di difficile accesso. Il web 2.0 ci dà l'opportunità doppia di studiare i documenti anche quando le porte della Bibliotec

Lez.2 La decadenza della retorica

Lez.1 Il pianto per Roma lontana: l'ultimo Ovidio, dei Tristia e delle Epistulae ex Ponto

(LA) «Parve -- nec invideo -- sine me, liber, ibis in Urbem:ei mihi, quod domino non licet ire tuo! » (Ovidio, Tristia I, 1, 1-2) (IT) «Andrai, piccolo libro, senza di me nella Città, ma non ti invidio.Va' - va' nella Città a me proibita - proibita al tuo padrone.» Relegato ai confini dell'impero, in una terra "barbara" i cui abitanti non parlavano neppure latino, Ovidio divenne lui stesso il protagonista della sua poesia e vi espresse il rimpianto per il successo di un tempo, la nostalgia per gli affetti perduti e per i suoi cari lontani, le speranze di ritorno, le suppliche ad Augusto, la constatazione di condurre ormai un'inutile esistenza in un luogo orrendo, la sofferenza per la durezza della vita presente. Sono questi i temi che ricorrono, talora ossessivamente, nelle ultime raccolte di elegie i Tristia (Tristezze) e le Epistulae ex Ponto (Lettere dal Ponto), dirette alla moglie e agli amici. Nelle ultime raccolte domina in genere l'aspetto

Voci dal XIV Convegno Internazionale Leopardiano

Report del primo giorno del XIV Convegno Internazionale Leopardiano , che si tiene a Recanati ogni quattro anni e che dal 1964 raccoglie a Recanati i massimi studiosi di Leopardi.  La prima giornata, dedicata al Leopardi filosofo, è stata presieduta da Luigi Blasucci e da Aberto Folin. Questa è la sintesi degli interventi. Vogliate perdonare la forma ancora abbozzata. Vi invito a leggere gli atti del Convegno, peccato che dovrete aspettare ancora un annetto. Il primo a parlere è stato Umberto Piersanti nuovo direttore del Centro Mondiale della Poesia e della Cultura di Recanati.  Umberto Piersanti - Prolusione Recanati è l'unica città italiana dove si viene per un poeta. Non per la cultura, per l'arte, per il paesaggio. Si viene per Leopardi in quanto Leopardi. Giacomo, lo dice un recente sondaggio è il personaggio più amato dai marchigiani, davanti anche a Valentino (Rossi). Raffaello è ottavo. Leopardi è l'idea della poesia in sé. Dante è anche più che

Spettacolo ed erudizione nell'età dei Claudi

Sono gli appunti di latino sull'età Flavia. Ringraziate Brilli se li ho scritti  in forma elettronica e il professor  Gian Biagio Conte  che ho indegnamente chiosato e copiato. 1. La fine del Mecenatismo La scomparsa di  Mecenate  e il conseguente venir meno della sua opera di  mediazione fra il potere politico e l’élite culturale provocò un distacco che non si sarebbe più ricomposto. Tiberio non sembra nemmeno porsi il problema di  organizzare un programma di egemonia culturale. Il princeps non aveva più nulla da temere, non dovea nascondere la natura di fatto monarchica del nuovo regime dietro lo stendardo del  Mos Maiorum.  Tiberio poteva permettersi di una storiografia contraria al principato, perché non aveva rischi concreti di essere rovesciato. Quando la voce di  Cremuzio Cordo  si levò troppo fastidiosa, l’imperatore non ebbe esitazioni a spegnerla per sempre e a cancellarne per sempre ogni traccia documentale diretta. Dopo aver liquidato il breve regno di Cali

Le donne e il trucco: i cattivi consigli Ovidio e gli altri poeti elegiaci

La città delle frottole - Q5: Le donne e il trucco: i cattivi consigli Ovidio : Il vano belletto e ornamento delle donne: le donne e il trucco dall'Età d'Augusto al Rinascimento a questo URL trovate gli appunti