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Visualizzazione dei post con l'etichetta Latino

Erotion nel Thesaurus Linguae Latinae

da Sei Epigrammi per alcuni schiavi morti in tenera età Traduzione di Miro Gabriele -  Roma 2001 Una vita in città Marco Valerio Marziale, nato a Bilbilis in Spagna nel 40 d.C., giunse a Roma nel 64 per cercarvi fortuna e tentare la professione forense. Vi condusse però la vita del cliente delle grandi famiglie, rendendo omaggio ai vari imperatori che si succedevano sul trono. Acquistò notorietà nell’80 con il "Liber de Spectaculis", pubblicato per l’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio da parte di Tito. Nella capitale visse più di trent’anni, pubblicando quattordici libri di epigrammi che gli procurarono grande fama e successo, ma mai quella piena sicurezza economica cui aspirava.  Conobbe e frequentò tutti i grandi dell’epoca: Plinio il giovane, Quintiliano, Giovenale. Con l’avvento di Traiano il clima mutò. Marziale, stanco della frenetica vita della metropoli e compromesso in un certo senso con Domiziano, cui aveva dedicato svariati componimenti ricavan...

L'anti Eneide

Il mistero del Satyricon

le informazioni di questo post le trovate in forma più estesa qui:  latinovivo.com|petronio Le ben poche  certezze  riguardanti il  Satyricon  possono essere così riassunte: 1)  il cosiddetto  Satyricon  è un  lungo frammento narrativo  di un’opera in prosa, con alcuni inserti in versi, di indiscutibile qualità artistica;    2)  il frammento in nostro possesso corrisponde ad un intero libro dell’opera, il 15°, e ad alcune parti dei libri 14° e 16°; l’estensione complessiva dell’opera doveva perciò essere notevole (paragonabile, secondo alcuni, a quella di “Guerra e pace” di Tolstoj!); 3)  i libri 14° e 16° erano già noti nel IX sec. nei cosiddetti “estratti brevi”, contenenti appunto parti precedenti e seguenti la “Cena di Trimalcione”; alla fine del XIII sec. invece risalgono gli “estratti lunghi”, contenenti parti molto più ampie del prima e del dopo Cena e parti della Cena ...

Lez.2 La decadenza della retorica

Lez.1 Il pianto per Roma lontana: l'ultimo Ovidio, dei Tristia e delle Epistulae ex Ponto

(LA) «Parve -- nec invideo -- sine me, liber, ibis in Urbem:ei mihi, quod domino non licet ire tuo! » (Ovidio, Tristia I, 1, 1-2) (IT) «Andrai, piccolo libro, senza di me nella Città, ma non ti invidio.Va' - va' nella Città a me proibita - proibita al tuo padrone.» Relegato ai confini dell'impero, in una terra "barbara" i cui abitanti non parlavano neppure latino, Ovidio divenne lui stesso il protagonista della sua poesia e vi espresse il rimpianto per il successo di un tempo, la nostalgia per gli affetti perduti e per i suoi cari lontani, le speranze di ritorno, le suppliche ad Augusto, la constatazione di condurre ormai un'inutile esistenza in un luogo orrendo, la sofferenza per la durezza della vita presente. Sono questi i temi che ricorrono, talora ossessivamente, nelle ultime raccolte di elegie i Tristia (Tristezze) e le Epistulae ex Ponto (Lettere dal Ponto), dirette alla moglie e agli amici. Nelle ultime raccolte domina in genere l'aspetto ...

Le donne e il trucco: i cattivi consigli Ovidio e gli altri poeti elegiaci

La città delle frottole - Q5: Le donne e il trucco: i cattivi consigli Ovidio : Il vano belletto e ornamento delle donne: le donne e il trucco dall'Età d'Augusto al Rinascimento a questo URL trovate gli appunti

Parola di Tacito - L'opera di Augusto e la sua successione

La città delle frottole - q2.0: Parola di Tacito - L'opera di Augusto e la sua successione :  Inizia a tradurre: "Multus hinc ipso de Augusto sermo, plerisque vana mirantibus, quod idem dies accepti quondam..." oppure: ringrazia la professoressa Orru e poi visualizza la traduzione dei capitoli IX e X: https://professoressaorru.files.wordpress.com/2010/02/tacito_annales.pdf

chi è medea oggi?

"Ho riprodotto in Medea tutti i temi dei film precedenti. [...] Quanto alla pièce di Euripide, mi sono semplicemente limitato a trarne qualche citazione. [...] Medea è il confronto dell'universo arcaico, ieratico, clericale, con il mondo di Giasone, mondo invece razionale e pragmatico . Giasone è l'eroe attuale (la mens momentanea) che non solo ha perso il senso metafisico, ma neppure si pone ancora questioni del genere. È il 'tecnico' abulico, la cui ricerca è esclusivamente intenta al successo. [...] Confrontato all'altra civiltà, alla razza dello 'spirito', fa scattare una tragedia spaventosa. L'intero dramma poggia su questa reciproca contrapposizione di due 'culture', sull'irriducibilità reciproca di due civiltà". [...] "potrebbe essere benissimo la storia di un popolo del Terzo Mondo, di un popolo africano, ad esempio", rispose Pasolini, "che vivesse la stessa catastrofe venendo a contatto con la civiltà oc...

Ti racconto i classici: Medea

Siamo di fronte al delitto dei delitti: una madre che uccide i propri figli bambini per far dispetto al proprio marito. Che senso ha essere misurati e minimalisti? Come si può trattare una storia così atroce, così clamorosa, così tragica per eccellenza, e non sfruttarne tutti i possibili risvolti retorici? Un delitto così orrendo non può essere cantato a una sola voce o su una sola corda di violino. È necessario un coro di cento voci, un’intera orchestra di cento elementi. Altrimenti perché una tale infamia? I media d’oggi, televisivi, giornalistici, saprebbero ben sfruttare a fondo una vicenda tanto atroce e crearne uno spettacolo da Gran Guignol: per il supremo delitto la suprema spettacolarizzazione!Ci piace credere che queste stesse considerazioni sulla “spettacolarità” le abbia fatte Seneca quando, quasi mezzo millennio dopo Euripide (quella di Euripide è del 431 a.C.) decise di scrivere e mandare in scena il suo “remake”. Ed ecco un’opera a tutto spettacolo, carica di adrenalina...

Lez.2.1 La vita è davvero breve? (De brevitate vitae I, 1-4)

Maior pars mortalium, Pauline, de naturae malignitate conqueritur,quod in exiguum aevi gignimur,quod haec tam velociter, tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant,adeo ut exceptis admodum paucis ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat. Nec huic publico,ut opinantur,malo turba tantum et imprudens volgus ingemuit;clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit.Inde illa maximi medicorum exlamatio est:<>; inde Aristotelis cum rerum natura exigentis minime conveniens sapienti viro lis:<>. Non exiguum temporis habemus,sed multum perdidimus.Satis longa vita in maximarum rerum consummationem large data est,si tota bane collocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit, ubi nulli bonae rei inpenditur,ultima demum necessitate cogente,quam ire non intelleximus transisse sentimus. Ita est: non accipimus brevem vitam, sed fecimus, nec inopes eius sed prodigi sumus.Sicut amplae et regiae opes, ubi ad malum dominum pervenerunt, momento dissipantur, at quamvi...