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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Il nuovo Tasso

“Io pretendo di saper le regole più che non sanno tutti i pedanti insieme; ma la vera regola, cor mio bello, è saper rompere le regole a tempo e luogo.” Gli scrittori barocchi si concentrano sulle forme, forse per compensare la limitatezza dei contenuti. Troviamo descrizioni minuziose, forme letterarie sperimentali come il poema eroicomico, e oggetti poetici tra i più strampalati. "acutezza" "ingegno" "concettismo" (procedimento che sfrutta nessi audaci tra elementi opposti) allo scopo di stupire il lettore: un vero e proprio "culto dell'artificio"  Il massimo esponente della poetica delle meraviglie è  G.B Marino . Pur evitando i concettismi più arditi e le provocazioni più astruse che saranno invece proprie di certi suoi emulatori. Marino è un ingegnoso inventore di immagini preziose, un irriducibile paladino della ricerca fantastica.  L'impegno incessante del poeta nella ricerca delle variazioni letterarie non ha infatt

La Gerusalemme Liberata - Tancredi e Clorinda

Galleria opere di Gaetano Lapis (Fondazione Zeri UniBO) Il combattimento di Tancredi e Clorinda : naturalmente c'è anche un madrigale (vai a YT)  di Claudio Monteverdi sul testo del Tasso (per soprano, Clorinda e due tenori, testo e Tancredi). Commissionata da Girolamo Mocenigo in occasione del carnevale del 1624, fa parte dell'Ottavo libro di "Madrigali guerrieri et amorosi" pubblicato nel 1638. Il dramma riprende le vicende narrate nel canto XII della Gerusalemme liberata, in cui il cavaliere cristiano Tancredi , innamorato di Clorinda , guerriera musulmana, viene costretto dalla sorte a battersi in duello proprio con lei e ad ucciderla. In punto di morte Clorinda si converte e, battezzata, affronta con serenità il trapasso: S'apre il cielo; io vado in pace.

Vita di Torquato Tasso

Gerusalemme Liberata Canto VI - Ermina

vedi su torresani.edu  Erminia, fingendosi Clorinda di cui ha preso le armi, esce dalla città per recarsi all'accampamento cristiano. Consapevole dei pericoli che corre, chiede allo scudiero che l'accompagna di anticipare a Tancredi il suo arrivo. Mentre attende impaziente il ritorno del suo fedele, contempla il cielo stellato e le tende in cui vive il cavaliere da lei segretamente amato. Era la notte, e 'l suo stellato velo chiaro spiegava e senza nube alcuna, e già spargea rai luminosi e gelo di vive perle la sorgente luna. L'innamorata donna iva co 'l cielo le sue fiamme sfogando ad una ad una, e secretari del suo amore antico fea i muti campi e quel silenzio amico. Poi rimirando il campo ella dicea: - O belle a gli occhi miei tende latine! Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m'avicine; così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar

Angelica e Ruggiero