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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

OPERETTE MORALI

  ·          Tra gennaio e novembre 1824 L. scrive 20 prose, di argomento filosofico e taglio satirico, a cui si aggiungono 2 testi del 1825 e due del 1832. Nell’edizione definitiva del 1845, delle 24 Operette, 17 sono   in forma di dialogo, altre sono prose artistiche o filosofiche. Le Operette morali vogliono assolvere a tre funzioni: rappresentare senza veli l’inevitabilità del dolore, smascherare le illusioni consolatorie prevalenti nel clima della Restaurazione, additare un modello di reazione all’infelicità consistente nel coraggio di riconoscere i limiti della condizione umana e nella solidarietà tra gli uomini.   ·          Nelle Operette confluisce la riflessione elaborata da L. tra il 1819 e il 1823, caratterizzata dal materialismo, dal “pessimismo cosmico”, dalla critica alle ideologie dell’età della Restaurazione, cioè al moderatismo liberale, allo spiritualismo cattolico, al progressismo scientista. E’ possibile cogliere una differenza di ispirazione tra i tes

IL PENSIERO LEOPARDIANO

  ·          La filosofia leopardiana è un insieme di riflessioni sulla condizione umana, che vengono esposte in modo frammentario nello Zibaldone e che confluiscono nelle Operette Morali e in molte poesie. Anche se manca la sistematicità dell’indagine, per L. le “leggi” che vengono affermate nella sua ricerca del vero esistenziale dell’io e il vero sociale dei molti devono avere un valore sia soggettivo che oggettivo ·          Leopardi rifiuta (lettera a De Sinner, 1832) il collegamento tra pessimismo e infelicità personale. Questa fu per lui stimolo conoscitivo, cioè gli rivelò quanto possa la Natura nel determinare la condizione dell'uomo. L. si chiede: cos'è la vita, a che serve, dove tende, cos'è la felicità, perché essa manca, o è inferiore a quella voluta? ·          Il pessimismo leopardiano va anche inserito nella problematica storico-culturale del suo tempo e in parte con esso spiegata: crisi ideologica dell'illuminismo, atmosfera chiusa e retriva del

LA POETICA: DALLA POESIA SENTIMENTALE ALLA POESIA PENSIERO

  ·          Il primo documento della poetica leopardiana, che si può definire organico e coerente, è il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818), con cui il giovane   poeta interviene nella polemica tra classicisti e romantici. Per Leopardi il Romanticismo è quello che egli ha potuto conoscere, almeno nel 1818, attraverso la rivista Il Conciliatore e il Berchet. Da un lato Berchet indicava tra i contenuti della nuova poesia la religione, l'amore, la donna e poi   l’orrido e il fiabesco della poesia nordica, "le usanze, i culti, i climi, di nuovi mondi. Dall'altro lato Il Conciliatore affermava che scopo della letteratura e della poesia è far cosa utile a chi la legge, che la poesia deve ispirarsi alla storia, alla realtà, ai tempi moderni, deve scaldare il cuore della nazione. Leopardi, educato al concetto vichiano di poesia come fantasia, ingenuità, immaginazione, fanciullezza prerazionale dello spirito, rifiuta nettamente, il romanticismo d