Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2018

La repubblica di Weimar

“Secondo alcune interpretazioni Weimar fu una repubblica senza repubblicani e comunque rappresenta una speranza delusa” (Lucio Villari). Dopo la fine della Prima guerra mondiale nella Germania, cuore dell’Europa, c’è miseria, rabbia e frustrazione. Sulle ceneri dell’impero nasce un forte desiderio di rivincita e rinnovamento, che si esprime con straordinaria energia nella breve e tragica stagione della Repubblica di Weimar , proclamata nel novembre del 1918 ma a cui si darà formale avvio qualche mese dopo.  Il 6 febbraio 1919, a Weimar, città della Turingia in pochi giorni vengono eletti il presidente della Repubblica, Friedrich Ebert e si forma il primo governo guidato da Philipp Scheidemann, ma a Berlino e nella Baviera in particolare la situazione resta molto tesa.  La Repubblica di Weimar sopravvivrà solo quindici anni, fino all’avvento nel 1933, di Adolf Hitler, dal 30 gennaio di quell’anno Cancelliere della Germania. Un mese dopo va a fuoco il Reichstag. E il 10 maggio

Manifesto tecnico del Futurismo

FUTURISMO M A P P A  C O N C E T T U A L E Altro che decadaentisti, veristi, crepuscolari, altro che scapigliati, che almeno il nome se lo sono dato da soli, ma solo quello. I Futuristi sono il primo movimento che si dà un programma preventivo (vedi il Manifesto del Futurismo di FTM del 1909) Nonostante i Futuristi abbiano scritto riguardo a moltissimi campi del sapere, esso è nato come scuola letteraria Parole in Libertà Fin dall’inizio, gli scrittori futuristi hanno sperimentato utilizzando i cosiddetti versi liberi e trattando di innovazioni tecnologiche e progresso. Marinetti propone di rivoluzionare non solo il contenuto ma anche lo stile. Ha chiamato questa nuova letteratura “parole in libertà”. (vedi il Manifesto tecnico della letteratura futurista di FTM, 1912) Scrivere parole in libertà significa distruggere la sintassi, utilizzare verbi all’infinito, abolire aggettivi e avverbi, sopprimere la punteggiatura e impiegare simboli matematici e musicali. M

Erotion nel Thesaurus Linguae Latinae

da Sei Epigrammi per alcuni schiavi morti in tenera età Traduzione di Miro Gabriele -  Roma 2001 Una vita in città Marco Valerio Marziale, nato a Bilbilis in Spagna nel 40 d.C., giunse a Roma nel 64 per cercarvi fortuna e tentare la professione forense. Vi condusse però la vita del cliente delle grandi famiglie, rendendo omaggio ai vari imperatori che si succedevano sul trono. Acquistò notorietà nell’80 con il "Liber de Spectaculis", pubblicato per l’inaugurazione dell’anfiteatro Flavio da parte di Tito. Nella capitale visse più di trent’anni, pubblicando quattordici libri di epigrammi che gli procurarono grande fama e successo, ma mai quella piena sicurezza economica cui aspirava.  Conobbe e frequentò tutti i grandi dell’epoca: Plinio il giovane, Quintiliano, Giovenale. Con l’avvento di Traiano il clima mutò. Marziale, stanco della frenetica vita della metropoli e compromesso in un certo senso con Domiziano, cui aveva dedicato svariati componimenti ricavan