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Manifesto tecnico del Futurismo

FUTURISMO
M A P P A  C O N C E T T U A L E
Altro che decadaentisti, veristi, crepuscolari, altro che scapigliati, che almeno il nome se lo sono dato da soli, ma solo quello. I Futuristi sono il primo movimento che si dà un programma preventivo (vedi il Manifesto del Futurismo di FTM del 1909)
Nonostante i Futuristi abbiano scritto riguardo a moltissimi campi del sapere, esso è nato come scuola letteraria

Parole in Libertà

Fin dall’inizio, gli scrittori futuristi hanno sperimentato utilizzando i cosiddetti versi liberi e trattando di innovazioni tecnologiche e progresso. Marinetti propone di rivoluzionare non solo il contenuto ma anche lo stile. Ha chiamato questa nuova letteratura “parole in libertà”. (vedi il Manifesto tecnico della letteratura futurista di FTM, 1912)


Scrivere parole in libertà significa distruggere la sintassi, utilizzare verbi all’infinito, abolire aggettivi e avverbi, sopprimere la punteggiatura e impiegare simboli matematici e musicali. Marinetti esorta gli scrittori a rinunciare alla voglia di essere compresi dal lettore e di abbandonare preoccupazioni estetiche, andando anche alla ricerca del “brutto” in letteratura.

G. Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912.
G. Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912.





La sua ricetta per la scrittura futurista non era solo fonetica ma anche visiva. Voleva approfittare della “rivoluzione tipografica” per utilizzare nuovi font e arrangiamenti di parole.

Il Manifesto futurista e il Manifesto tecnico della letteratura futurista parlavano chiaro. Secondo il credo futurista niente poteva rimanere immutato. Fedeli sostenitori dell’ingresso dell’Italia in guerra avevano un modo tutto loro di concepire anche la letteratura e l’arte.

All’interno della rivista “Poesia” i futuristi pubblicano i loro scritti. Buzzi, Cavacchioli, Folgore, Palazzaschi, Govoni e lo stesso Marinetti erano i principali autori.

Queste poesie sono non-poesie. Narrano in un modo diverso. Costituiscono una sorta di “poesia visiva”. Guardare per capire su Studio7am.it.


Nel 1914 Marinetti scrisse un libro di poesie con la tecnica delle parole in libertà chiamato Zang Tumb Tuuum che uno studioso, Jeffrey Schnapp, ha descritto come “un testo con una missione: effettuare una demolizione della cultura letteraria esistente dando vita a una poetica consona all’era industriale, alle reti telegrafiche senza fili e alla guerra di massa meccanizzata.”

All’interno della rivista “Poesia” i futuristi pubblicano i loro scritti. Buzzi, Cavacchioli, Folgore, Palazzaschi, Govoni e lo stesso Marinetti erano i principali autori.
Queste poesie sono non-poesie. Narrano in un modo diverso. Costituiscono una sorta di “poesia visiva”. Guardare per capire...

e poi rifare a tema: chi sono io? - la moglie infedele - assalto ai saldi - la paura fa novanta - testa dura senza paura - la fontana malata  prendete questi sette fogli A3 e buon lavoro



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