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La grande guerra

La grande guerra è un film del 1959 diretto da Mario Monicelli, prodotto da Dino De Laurentiis e interpretato da Alberto Sordi e Vittorio Gassman.

È considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema. Vincitore del Leone d'oro al Festival del Cinema di Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini e nominato all'Oscar quale miglior pellicola straniera, si aggiudicò inoltre tre David di Donatello e due Nastri d'argento. Ottenne un enorme successo anche all'estero, soprattutto in Francia.

Nel settembre 2009 il film è stato scelto per la pre-apertura della 66ª edizione del Festival del Cinema di Venezia. È stato successivamente inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare, "100 pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978

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Mappa dell'Eneide Eneide Libro I Eneide Libro II Tu mi comandi, o regina, di rinnovare un inenarrabile dolore. (II, 3)                Infandum, regina, iubes renovare dolorem. Non credete al cavallo , o Troiani. Io temo comunque i Greci , anche se recano doni . (II, 48-49)                 Equo ne credite, Teucri.                 Timeo Danaos et dona ferentes. Da uno capisci come son tutti. (II, 64-65)                 Ab uno disce omnis. La sola speranza per i vinti è non sperare in alcuna salvezza . (II, 354)                 Una salus victis nullam sperare salutem. Arma imbelle senza forza. (II, 544)                 Telumque imbelle sine ictu. Conosco i segni dell'antica fiamma [3] . (IV, 23)                 Adgnosco veteris vestigia flammae. La fama , andando, diventa più grande , e acquista vigore nell'andare. (IV, 174-175)                 Fama crescit eundo | Viresque acquirit eundo. Resta immutato nel suo pensiero, e lascia scorrere

Lez.2.1 La vita è davvero breve? (De brevitate vitae I, 1-4)

Maior pars mortalium, Pauline, de naturae malignitate conqueritur,quod in exiguum aevi gignimur,quod haec tam velociter, tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant,adeo ut exceptis admodum paucis ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat. Nec huic publico,ut opinantur,malo turba tantum et imprudens volgus ingemuit;clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit.Inde illa maximi medicorum exlamatio est:<>; inde Aristotelis cum rerum natura exigentis minime conveniens sapienti viro lis:<>. Non exiguum temporis habemus,sed multum perdidimus.Satis longa vita in maximarum rerum consummationem large data est,si tota bane collocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit, ubi nulli bonae rei inpenditur,ultima demum necessitate cogente,quam ire non intelleximus transisse sentimus. Ita est: non accipimus brevem vitam, sed fecimus, nec inopes eius sed prodigi sumus.Sicut amplae et regiae opes, ubi ad malum dominum pervenerunt, momento dissipantur, at quamvi

LA POETICA: DALLA POESIA SENTIMENTALE ALLA POESIA PENSIERO

  ·          Il primo documento della poetica leopardiana, che si può definire organico e coerente, è il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818), con cui il giovane   poeta interviene nella polemica tra classicisti e romantici. Per Leopardi il Romanticismo è quello che egli ha potuto conoscere, almeno nel 1818, attraverso la rivista Il Conciliatore e il Berchet. Da un lato Berchet indicava tra i contenuti della nuova poesia la religione, l'amore, la donna e poi   l’orrido e il fiabesco della poesia nordica, "le usanze, i culti, i climi, di nuovi mondi. Dall'altro lato Il Conciliatore affermava che scopo della letteratura e della poesia è far cosa utile a chi la legge, che la poesia deve ispirarsi alla storia, alla realtà, ai tempi moderni, deve scaldare il cuore della nazione. Leopardi, educato al concetto vichiano di poesia come fantasia, ingenuità, immaginazione, fanciullezza prerazionale dello spirito, rifiuta nettamente, il romanticismo d