da Sei Epigrammi per alcuni schiavi morti in tenera età Traduzione di Miro Gabriele - Roma 2001
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Oggi noto forse più per i suoi epigrammi "proibiti", nella sua vasta produzione Marziale scrive poesie di grande sensibilità anche molto commoventi. Un suo merito è quello aver saputo ritagliare, nel microcosmo cittadino, un po’ di spazio per qualche figura di schiavo. Anzi gli epigrammi dedicati a giovani schiavi "raggiungono quasi sempre grande altezza di stile e di immagini, e una limpida, commovente forza evocativa. Ogni volta che affronta temi particolarmente sentiti, quali gli affetti, la precarietà dell’esistenza, l’aspirazione a un vivere semplice e tranquillo, ogni volta cioè che percorre l’elegia, nel suo verso brilla una luce che supera il quotidiano".
Una piccola schiava a cui Marziale era, evidentemente, molto affezionato e che morì bambina si chiamava Erotion (un vezzeggiativo, probabilmente, che possiamo tradurre "amoruccio"). Il nome della piccola Erotion compare in tre epigrammi. Il più bello (V, 34) lo trovate anche sul libro:
Hanc
tibi, Fronto pater, genetrix Flaccilla, puellam
oscula commendo deliciasque meas, parvola ne nigras horrescat Erotion umbras oraque Tartarei prodigiosa canis. Inpletura fuit sextae modo frigora brumae, vixisset totidem ni minus illa dies. Inter tam veteres ludat lasciva patronos et nomen blaeso garriat ore meum. Mollia non rigidus caespes tegat ossa nec illi, terra, gravis fueris: non fuit illa tibi. |
Questa
bambina, padre Frontone, madre Flaccilla,
a voi l’affido, boccuccia e gioia mia, perché, piccina, Erotion non tremi davanti alle ombre oscure e alle orride bocche del cane del Tartaro. Avrebbe compiuto il suo sesto gelido inverno, se fosse vissuta altrettanti giorni e non meno. Tra padroni tanto vecchi giochi gioiosa e garrisca il mio nome con voce incerta. Non copra le tenere ossa una dura zolla, e per lei, terra, non essere un peso: lei non lo fu per te. |
V 37
Puella senibus dulcior mihi cycnis,
agno Galaesi mollior Phalantini,
concha Lucrini delicatior stagni,
cui nec lapillos praeferas Erythraeos
nec modo politum pecudis Indicae dentem
nivesque primas liliumque non tactum;
quae crine vicit Baetici gregis vellus
Rhenique nodos aureamque nitelam;
fragravit ore quod rosarium Paesti,
quod Atticarum prima mella cerarum,
quod sucinorum rapta de manu gleba;
cui conparatus indecens erat pavo,
inamabilis sciurus et frequens phoenix,
adhuc recenti tepet Erotion busto,
quam pessimorum lex amara fatorum
sexta peregit hieme, nec tamen tota,
nostros amores gaudiumque lususque.
Et esse tristem me meus vetat Paetus,
pectusque pulsans pariter et comam vellens:
"Deflere non te vernulae pudet mortem ?
Ego coniugem" inquit "extuli et tamen vivo,
notam, superbam, nobilem, lucupletem."
Quid esse nostro fortius potest Paeto?
Ducentiens accepit, et tamen vivit!
Lavorando sull'Aurae Latinitatis Bibliotheca i vostri compagni del 2012 hanno esaminato alcuni dei
agno Galaesi mollior Phalantini,
concha Lucrini delicatior stagni,
cui nec lapillos praeferas Erythraeos
nec modo politum pecudis Indicae dentem
nivesque primas liliumque non tactum;
quae crine vicit Baetici gregis vellus
Rhenique nodos aureamque nitelam;
fragravit ore quod rosarium Paesti,
quod Atticarum prima mella cerarum,
quod sucinorum rapta de manu gleba;
cui conparatus indecens erat pavo,
inamabilis sciurus et frequens phoenix,
adhuc recenti tepet Erotion busto,
quam pessimorum lex amara fatorum
sexta peregit hieme, nec tamen tota,
nostros amores gaudiumque lususque.
Et esse tristem me meus vetat Paetus,
pectusque pulsans pariter et comam vellens:
"Deflere non te vernulae pudet mortem ?
Ego coniugem" inquit "extuli et tamen vivo,
notam, superbam, nobilem, lucupletem."
Quid esse nostro fortius potest Paeto?
Ducentiens accepit, et tamen vivit!
Lavorando sull'Aurae Latinitatis Bibliotheca i vostri compagni del 2012 hanno esaminato alcuni dei
nostri "osservati speciali". Il CD permette la ricerca negli aggettivi di grado comparativo, quindi, un lavoro un po' più semplice. Questo, invece, è ciò che si trova nel Thesaurus Linguae Latinae (TLL). La versione online del Thesaurus consente l’accesso a tutti i contenuti del Lessico pubblicati fino al 2008 (si tratta delle lettere A-M, O, P-pomifer, porta-pulso), agli articoli pubblicati nell’Onomasticon (lettere C e D), all’Index librorum e ai Praemonenda de rationibus et usu operis, un’introduzione multilingue alla versione cartacea del Thesaurus. TTL online si configura quindi identico alla versione a stampa del Thesaurus. Ogni anno i contenuti dei fascicoli di nuova pubblicazione verranno aggiunti a TLL
Dulcior (v.
1) s.v. dulcis:
l’illustrazione della parola occupa undici colonne (2187-2197); il nostro passo
si trova a col. 2190 r. 39, rubricato, insieme con altri esempi, sotto la
figura retorica dell’apostrofe. Ma ci piace riportare un passo di Seneca tragico
(col.2192 rr. 79- 80) che recita, parlando di Giove, candidas
ales modo movit alas / dulcior voce moriente cygno (Phaedra,
301 s.). Più vicino di così!
Mollior (v.
2) s.v. mollis alle
rispettive colonne 1369-1380: troviamo, nel contesto riservato alle persone,
quasi sempre donne o fanciulli e fanciulle, il nostro verso accanto ad altri
due esempi di Marziale stesso (col. 1373 rr. 10-11), insieme con Orazio,
Ovidio,
Petronio, Apuleio, e, più in basso, nella casella
assegnata agli animali, oltre a Marziale di nuovo con due citazioni, ecco
Giovenale 11, 66 haedulus …toto grege
mollior (r. 39), passo contiguo al nostro.
Delicatior
(v. 3) s.v. delicatus
(colonne 443-445): interessante come possibile
modello la
citazione da Catullo (col. 443 r. 84) puella
tenellulo delicatior haedo carme 17 v. 15, per il
confronto e con agna di
Marziale e con haedulus di
Giovenale appena rintracciato.
Indecens (v.
12; colonne s.v. 1123-1125) contiene diversi passi del nostro poeta (col. 1124
rr. 6-8 e oltre) accanto ad una nutrita schiera di testimonianze cristiane.
Alla riga 36 della medesima colonna la nostra Erotion, accanto ad un ulteriore
verso di Marziale, seguito ancora da una folla di autori cristiani.
Inamabilis
(v. 13) è contenuto in un piccolo spazio (colonna
816 s.v., rr. 61-84); la
citazione del nostro verso (rr. 67-68) è preceduta
da un rinvio a Plauto, Bacchides, 614, ma tutto l’inizio del monologo di
Mnesiloco è memorabile (vv. 612-616): Petulans,
protervo, iracundo animo, indomito, incogitato, / sine modo et modestia sum,
sine bono iure atque honore, / incredibilis imposque animi, inamabilis,
inlepidus vivo, / malevolente ingenio natus; postremo id mi est quod volo / ego
esse aliis [questa citazione, come tutte
le altre, le abbiamo controllate sui testi originali nel medesimo luogo, la
nostra disposizione per amichevole disponibilità del personale addetto]
Frequens (medesimo
verso; colonne s.v. 1296-1302): alla rubrica “de rebus singulis pro genere
positis” rintracciamo, con il nostro, altri sei passi di Marziale (rr. 62-65)
insieme con testimonianze tratte da “rerum naturalium scriptores”, come è
scritto sempre in rubrica, quali Varrone e Plinio per esempio.
Amores
gaudiumque lususque (v. 17): abbiamo incrociato le
rispettive colonne (in ordine s.v., 1970 rr. 9-29, 1713 rr. 58 e 1990 rr. 58),
verificando che proprio nella illustrazione del vocabolo
lusus,
l’ultimo, si trova concentrata tutta la sequenza (rr. 57-58), con rimandi
interni all’opera di Marziale, in particolare a 7, 14, che costituisce il controcanto
rispetto a Catullo carme 2.
Per gli animali della triade ai vv. 12-13, abbiamo
consultato s.v. phoenix (colonne
2049- 2051), rintracciando tutta la ‘iunctura verborum’ in 2050 rr. 49-50, come
puntualmente pure s.v. pavo,
colonna 837 rr. 39-40.
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