Il film è tratto dal libro autobiografico di Grace Elliott, Journal of My Life During the French Revolution .
Rohmer sceglie di presentare la Rivoluzione attraverso lo sguardo lucido di un'Inglese innamorata della Libertà ma indignata per la violenza, messo a confronto con quello del suo antico amante, il duca di Orléans, che ha deciso di dare il suo appoggio al movimento rivoluzionario prima di soccombervi. Le loro conversazioni, a Parigi, a Meudon, trattate come dialoghi teatrali intervengono durante tutto il film, come contrappunto agli sviluppi del processo rivoluzionario e all'accelerazione degli accadimenti. »
(Anita Lindskog, Eric Rohmer. Un chemin de verité à travers l’art, 2010)
La nobildonna e il duca (trailer)
Éric Rohmer, nome d'arte di Jean Marie Maurice Schérer (1920 – 2010), è stato uno dei maggiori esponenti della Nouvelle Vague.
Come molti altri registi del movimento, è stato critico cinematografico sui Cahiers du cinéma, sin dalla fondazione nel 1951. La sua produzione si caratterizza per l'organizzazione programmatica della maggior parte dei suoi film in cicli (Sei racconti morali, Commedie e proverbi, Racconti delle quattro stagioni). La nobildonna e il duca è il terzo film storico del regista ed è uno dei pochi film isolati. E' esemplificativo della curiosità insaziabile del regista, che, a ottant'anni suonati, affronta il suo primo film girato in digitale.
La nobildonna e il duca non è un film "contro" la Rivoluzione. Caso mai, è un film contro il fanatismo e il pregiudizio. Soprattutto, è un film contro i massacri ingiustificati che si verificarono a Parigi tra il 1790 e il 1793, nel periodo cosiddetto del Terrore, e contro il totalitarismo che ne derivò. Lo sguardo di Rohmer non è né ideologico né partigiano: piuttosto, è uno sguardo neutro e distaccato che riprende le tragedie della storia con lo stesso occhio da entomologo con cui, nella maggior parte della sua filmografia, ha ritratto i giochi del caso, della seduzione e dell’intrigo amoroso
La Parigi dell'epoca è ricavata da acquerelli e oli conservati, spesso anonimi, nel Museo Carnavalet e nel Museo del Louvre. Rohmer si avvale della collaborazione del pittore Jean-Baptiste Marot che gli fornisce 37 dipinti. Ma là dove gli studi giapponesi partono dal virtuale per tendere al massimo di realismo, là dove Spielberg rende i suoi dinosauri il più verosimili possibile, Rohmer non cerca mai di dissimulare l'artificio, espone visibilmente la mescolanza di elementi reali, pittorici e virtuali.
« Volevo evitare la "qualità fotografica" dell'immagine e ottenere una "qualità pittorica" che rendesse un effetto visivo diverso rispetto ai video, alle pellicole moderne che hanno una qualità quasi pubblicitaria che toglie molto alla poesia, un effetto che ricordi la trama della tela, che renda il tocco della pittura ad olio. Volevo ritrovare questo caratteristico effetto pittorico non solo nelle scene anche in ciò che viene filmato, nei personaggi, nei volti, nel trucco, nella scelta delle stoffe...»
Intreccio
- 13 luglio 1790 (vai al film)
Vigilia della Festa della Federazione, un anno dopo la presa della Bastiglia. Filippo d'Orleans, di ritorno da un viaggio in Inghilterra, fa visita alla contessa scozzese Grace Elliott. Consiglia vivamente la contessa di rientrare nel paese di origine. Lei è fedele alla Corona e non ha intenzione di lasciare la Francia. - 10 agosto 1792 (vai al film) Due anni più tardi. Il popolo di Parigi assale le Tuileries e Luigi XVI è imprigionato Si intensifica la caccia ai nobili, la città è in preda ai disordini. La contessa decide di rifugiarsi nella residenza di campagna di Meudon. Essendo impossibile spostarsi in carrozza, percorre a piedi, insieme alla domestica, strade ingombre di cadaveri. Sfinita, spaventata, con i piedi doloranti, a tarda notte finalmente raggiunge la destinazione.
- 3 settembre 1792 (vai al film) Grace è chiamata da un'amica in città in soccorso del marchese de Champcenetz, ex governatore delle Tuileries, ferito e braccato. Durante l'attraversamento del centro di Parigi, assiste ad uno spettacolo terribile: in cima a una picca, la testa della duchessa di Lamballe, confidente della regina Maria Antonietta, è portata in trofeo dai ribelli. Ospita de Champcenetz nella sua casa, lo nasconde sotto il letto durante una perquisizione. Il duca non nasconde l'ostilità per il rifugiato, con cui in passato ha avuto dissapori, ma per amicizia di Grace lo aiuta a rifugiarsi in Inghilterra.
- Gennaio 1793 (vai al film) Il Terrore governa la Francia. Il re è sotto processo. La domenica sera la contessa è invitata da de Biron all'Hotel Saint Marc dove egli è alloggiato. Insieme al generale Dumouriez, anch'egli girondino, e a madame Laurent attendono i risultati del processo. Un messo porta la notizia che il duca ha votato a favore della condanna di Luigi XVI. Il 21 gennaio il re è ghigliottinato. Grace segue l'esecuzione dalla terrazza del castello di Meudon.
- Novembre 1793 (vai al film) Presto anche Grace e il duca sono vittime del Terrore. Il duca, isolato e in disgrazia da quando il figlio ha seguito il generale Dumouriez, è arrestato e ghigliottinato. Grace, arrestata e convocata davanti a un tribunale populare, la prima volta è rilasciata grazie all'intervento di Robespierre; la seconda volta...
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