Passa ai contenuti principali

il fine della storia

Perché un laboratorio sulle fonti?
La scelta di far lavorare gli studenti direttamente sulle fonti si prefigge di integrare il normale programma scolastico presentando agli alunni quelle che sono le procedure e gli strumenti della ricerca storica, facendo loro acquisire una certa familiarità con la fonte documentaria, ‘materia prima’ di tale ricerca.
Si tratta in definitiva di far prendere coscienza dei processi della ricerca storica, in modo tale che possa affrontare in maniera più profonda e critica i contenuti che gli vengono proposti dai manuali scolastici.
La lettura dei nostri manuali di storia stimola poco il senso critico dello studente Egli troppo spesso, si trova di fronte a una scala di valori il cui significato non è e non può essere elaborato criticamente e invece viene assimilato nella sua convenzionale (e in qualche modo ipocrita) superficialità.

Comprendere o giudicare?
Lo storico non deve comportarsi come un giudice. Non si tratta di schierarsi a favore di Robespierre o contro. Si  tratta di capire chi era Robespierre o e di capire in che contesto ha operato. Così no ci faremo paladini di Gregorio VII, né di Mazzini, né di Pio IX. Scrive Marc Bloch "Quando uno studioso ha osservato e spiegato ha esaurito il suo compito" certamente in questa spiegazione è implicito un giudizio (nessuno può del tutto astrarsi dalla propria storia personale e dalla propria enciclopedia), ma esso dev'essere un "giudizio storico", cioè conoscitivo, di un atto di intelligenza, non di un condanna o di un'approvazione morale.
Alcuni eventi si sono caricati di significati anche a causa di come sono stati raccontati dalla tradizione; è difficile parlare della Magna Charta senza considerare che per anni è stata per anni presentata come la "pietra angolare delle civiche virtù inglesi". Una simile trasfigurazione mitica l'ha avuta la Breccia di Porta Pia. Oggi la Napoli-Portici viene sbandierata come l'emblema di un Meridione attivo, vitale e, sostanzialmente, immaginario.
La cosa  più onesta da fare è portare gli alunni a leggersi direttamente le fonti e aiutarli a formarsi un'idea, mettendoli in guardia dalla cattiva storiografia. Leggere (se possibile in latino) la Magna Charta prima di parlare della Magna Charta, leggersi i regesti della Chiesa Ravennate prima di parlare di un'inesistente società cortese nelle Marche, leggere gli orari del treno prima di celebrare l'utilità della Napoli-Portici.

L'oggetto della storia
"L'oggetto della storia è l'uomo" (Marc Bloch)


Post popolari in questo blog

Eneide Testo integrale (trad. G. Vitali)

Mappa dell'Eneide Eneide Libro I Eneide Libro II Tu mi comandi, o regina, di rinnovare un inenarrabile dolore. (II, 3)                Infandum, regina, iubes renovare dolorem. Non credete al cavallo , o Troiani. Io temo comunque i Greci , anche se recano doni . (II, 48-49)                 Equo ne credite, Teucri.                 Timeo Danaos et dona ferentes. Da uno capisci come son tutti. (II, 64-65)                 Ab uno disce omnis. La sola speranza per i vinti è non sperare in alcuna salvezza . (II, 354)                 Una salus victis nullam sperare salutem. Arma imbelle senza forza. (II, 544)                 Telumque imbelle sine ictu. Conosco i segni dell'antica fiamma [3] . (IV, 23)                 Adgnosco veteris vestigia flammae. La fama , andando, diventa più grande , e acquista vigore nell'andare. (IV, 174-175)                 Fama crescit eundo | Viresque acquirit eundo. Resta immutato nel suo pensiero, e lascia scorrere

Lez.2.1 La vita è davvero breve? (De brevitate vitae I, 1-4)

Maior pars mortalium, Pauline, de naturae malignitate conqueritur,quod in exiguum aevi gignimur,quod haec tam velociter, tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant,adeo ut exceptis admodum paucis ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat. Nec huic publico,ut opinantur,malo turba tantum et imprudens volgus ingemuit;clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit.Inde illa maximi medicorum exlamatio est:<>; inde Aristotelis cum rerum natura exigentis minime conveniens sapienti viro lis:<>. Non exiguum temporis habemus,sed multum perdidimus.Satis longa vita in maximarum rerum consummationem large data est,si tota bane collocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit, ubi nulli bonae rei inpenditur,ultima demum necessitate cogente,quam ire non intelleximus transisse sentimus. Ita est: non accipimus brevem vitam, sed fecimus, nec inopes eius sed prodigi sumus.Sicut amplae et regiae opes, ubi ad malum dominum pervenerunt, momento dissipantur, at quamvi

LA POETICA: DALLA POESIA SENTIMENTALE ALLA POESIA PENSIERO

  ·          Il primo documento della poetica leopardiana, che si può definire organico e coerente, è il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica (1818), con cui il giovane   poeta interviene nella polemica tra classicisti e romantici. Per Leopardi il Romanticismo è quello che egli ha potuto conoscere, almeno nel 1818, attraverso la rivista Il Conciliatore e il Berchet. Da un lato Berchet indicava tra i contenuti della nuova poesia la religione, l'amore, la donna e poi   l’orrido e il fiabesco della poesia nordica, "le usanze, i culti, i climi, di nuovi mondi. Dall'altro lato Il Conciliatore affermava che scopo della letteratura e della poesia è far cosa utile a chi la legge, che la poesia deve ispirarsi alla storia, alla realtà, ai tempi moderni, deve scaldare il cuore della nazione. Leopardi, educato al concetto vichiano di poesia come fantasia, ingenuità, immaginazione, fanciullezza prerazionale dello spirito, rifiuta nettamente, il romanticismo d